1948/1949 (1a parte): Dr Benvenuto medico ultra
L’estate del 1948 inizia con una paradossale conferenza stampa dell’allenatore Fiorentini, siamo reduci, da uno stratosferico quinto posto ottenuto giocando con il “metodo” uno dei due schermi conosciuti all’epoca, l’altro è il “sistema” e il nostro mister annuncia di voler appunto passare al secondo modulo.
E’ difficile far comprendere oggi la violenza della battaglia scatenatasi in tutti gli anni quaranta, anche durante una guerra mondiale vera e propria, tra metodisti e sistemisti.
Ne abbiamo già parlato, molto brevemente il “sistema” potrebbe essere descritto oggi con un 3-2-2-3, molto possesso di palla in un’epoca in cui è normale dare un bel calcione al pallone per buttarlo avanti, potrebbe esser l’antenato del tiki-taka.
Il “metodo” invece è più un gioco all’italiana, adottato infatti dalla nazionale di Pozzo, volendo un 2-3-2-3 ma praticamente spesso un 5-4-1 con due ali veloci, difesa e contropiede.
Tra questi due metodi le discussioni tra giornali ma anche semplici tifosi sono davvero veementi come se adottare uno o l’altra facesse una differenza enorme, in realtà come sempre il valore dei giocatori è fondamentale.
Tuttavia tra esser “metodisti” o “sistemisti” passa quasi una guerra di religione, tanto che l’allenatore di una provinciale arrivata quinta convoca appunto una conferenza stampa a fine campionato solo per annunciare il passaggio dal metodo al sistema.
La conferenza ha anche punte di comicità quando il mister dice testualmente che “con il sistema noi perderemo una, due, tre, quattro, cinque, sei partite ma poi gradatamente, gradatamente…” al che un giornalista ha gioco facile nell’interrompere “alt a quel punto siamo già in Serie B”.
La conferenza stampa è molto animata ma è niente rispetto al dibattito che si scatena in città, addirittura il medico sociale, il mitico dottor Benvenuto (che ricoprirà tale carica per più di venti anni, farà in tempo ad esser il mio medico di famiglia a fine anni sessanta) scrive una lettera aperta ai due quotidiani cittadini nella quale chiede la convocazione di un’assemblea dei soci per “discutere e deliberare sul programma sportivo e sul preventivo finanziario”; insomma chiede un’assemblea dei soci perchè l’allenatore ha annunciato di voler cambiare metodo di gioco e perchè in città corrono le solite “preoccupanti voci della vendita di giocatori di primo piano, la speranza è che siano solo voci altrimenti il fatto costituirebbe un insulto al pubblico che ha sempre seguito fedelmente la squadra”.
Pare di leggere un attuale manifesto ultras invece siamo nel 1948 ed è il medico sociale che scrive ai giornali.
Il presidente Turani smentisce subito tutte le voci e annuncia che l’assemblea dei soci sta per esser convocata ma precisa che “le facoltà dispositive del consiglio direttivo e del presidente non possono esser esercitate dall’assemblea” insomma che sulla campagna acquisti decide lui (e al massimo il consiglio direttivo) visto che le trattative sono spesso improvvise e comunque ci vuole segretezza.
La stampa locale commenta che si fida ma che la tifoseria si agita perchè sulla Gazzetta si legge di Manente alla Juventus, Miglioli all’Inter, che partiranno anche Casari, Mari e Todeschini, pare anche questa una descrizione attuale con i social al posto della stampa, nè più nè meno, sono passati più di settanta anni ma si è imparato poco.
A inizio agosto ci sono le Olimpiadi di Londra, la squadra di calcio italiana per regolamento dovrebbe esser composta da dilettanti universitari, in realtà sono tutti giovani ma giocatori di Serie A, sono convocati i nostri Casari e Mari.
Per tornare brevemente al discorso metodo/sistema c’è da rilevare che l’Italia, dopo averne fatti facilmente nove agli Stati Uniti viene eliminata dalla Danimarca, tutta la stampa italiana accusa il C.T. Pozzo di aver chiamato giocatori che di solito giocano il “metodo” ma di aver schierato la squadra con il “sistema” con il risultato che la partita esce spettacolare, ne facciamo tre agli scandinavi ma ne prendiamo cinque.
Sempre per rilevare che in realtà contano i giocatori la Danimarca è piena zeppa di futuri campioni che verranno a fare la differenza in Italia, i due Hansen (uno sarà nostro) John e Karl, Praest, Ploeger, Pilmark e Jensen,