1951/1952 (2a parte): il razzente Brugola
In attesa del bomber svedese comunque bisogna sistemare la squadra, per cominciare uno straniero deve fargli posto ed è un altro svedese, Nordahl, che torna in patria.
Caprile e Scaramuzzi finito l’anno di prestito tornano alla Juventus, l’attaccante Mariani all’Udinese, il giovane Caprioli, promessa mancata, al Lecco e la riserva Cortelezzi al Torino.
Altri giovani vanno in serie minori. ancora Caprioli al Lecco, Dentella al Lissone, Scudeler al Marzotto e l’attaccante Checchetti che ha deluso non poco al Toma Maglie in Serie C.
In entrata comunque altri due attaccanti li prendiamo, dalla Pro Lissone arriva a poco costo il veloce Brugola, viene dalla quarta serie ma rimarrà cinque stagioni nelle quali segnerà ventotto gol prima di andare al Napoli, un’ottima intuizione di mercato insomma.
Pagato un pò di più (ma arriva dal Milan) è l’altro attaccante, Santagostino, non un grande giocatore ma efficace, ha un tiro potente e il suo lo fa andando in doppia cifra, dopo due anni andrà a proseguire la carriera nella serie cadetta.
Rientrano dai prestiti alcuni giovani, Giancarlo Cadè dal Catania e Personeni dalla Cremonese, il primo sarà praticamente titolare, il secondo giocherà una sola partita.
La preparazione inizia alle dieci del mattino del 7 agosto, sempre allo stadio, tutti presenti i convocati meno naturalmente Jeppson ancora impegnato nel servizio militare in Svezia.
I cronisti presenti all’allenamento prendono nota dei metodi del mister (che in questo caso è davvero un mister, Neville, essendo inglese); l’allenatore conduce il gruppo in numerosi giri di campo variando l’andatura, se qualcuno va a lamentarsi lo fa correre ancora di più.
Il problema del mister è che tatticamente non ha ancora le idee chiarissime su alcuni giocatori, a volte mette Rota nel suo naturale ruolo di terzino a volte lo riprova centravanti, il danese Hansen vaga dall’ala sinistra alla mezzala, ci vorrà un pò per trovare il ruolo giusto a tutti, Rota terzino e Hansen mediano.
L’inizio di campionato è pessimo, dopo sette partite abbiamo quattro punti con una sola vittoria, dopo la sconfitta interna con il Bologna i tifosi fischiano i due stranieri, i dirigenti si riuniscono e viene esonerato l’allenatore Neville, un bravo professionista ma non abituato all’Italia, è convinto che i giocatori senza controlli si gestiscano fuori dal campo in modo appunto professionale ma qui non è (ancora) così e si vede.
Ufficialmente Neville si dimette, nel comunicato della società non è nemmeno ringraziato per il suo lavoro, viene promosso l’allenatore in seconda Ceresoli, il nostro ex portiere degli anni trenta.
Neville saluta, da vero gentiluomo, ogni giocatore personalmente spronando la squadra a seguire il nuovo allenatore, un congedo da signore.
Con Ceresoli allenatore poco a poco ci mettiamo a posto, buon senso bergamasco ma soprattutto pochi giorni dopo l’esonero di Neville arriva finalmente Jeppson.
Siamo nella Bergamo di inizio anni cinquanta ma l’accoglienza è, per l’epoca, notevole, la sera del 18 ottobre 1951 c’è una folla fuori dalla sede in Via XX Settembre ad accogliere lo svedese, l’auto fa fatica a procedere, ci sono i fotografi e qualcuno chiede un abbraccio tra presidente e giocatore, Turani concede una stretta di mano che viene immortalata.
Inizia una specie di conferenza stampa modello Champions League con interprete che traduce domande e risposte in e dall’inglese, per l’epoca è un evento, tra le tante domande la più importante è quella sul debutto, è stato stabilito che lo svedese esordisca dieci giorni dopo, 28 ottobre, in casa contro il Como.
Per ora lo svedese segue dalla tribuna la squadra a Padova dove esordisce in panchina Ceresoli, portiamo a casa un ottimo punto salvezza, la settimana pre esordio diventa un lungo conto alla rovescia, si scopre pure che Jeppson ha un contratto con un quotidiano svedese per scrivere articoli sulla sua esperienza italiana.
L’esordio come prestazione non sarà (ancora) da top player come è lo svedese ma la partita finisce 1-0 e il gol decisivo chi lo fa ? Ovviamente lui, se lo inventa da un fallo laterale ricevuto, salta l’uomo, cambia piede e mette nell’angolino, tutto molto semplice, almeno a raccontarlo.
Ci salveremo comunque solo alla penultima giornata e lui ci trascinerà letteralmente facendo 22 gol in 27 partite, verso fine campionato l’esplosione totale con il 7-1 alla Triestina e il 5-0 al Torino, dodici gol in due partite, Jeppson ne farà sette.