1958/1959, il calciomercato (seconda parte): dirigenti serpenti

Rinaldo Olivieri acquisto dalla Triestina 17 gol in 5 stagioni

Gli acquisti veri e propri sono tre, andiamo in ordine di rendimento, il più efficace sarà sicuramente Olivieri, è un’ala veloce e che segna pure, è di San Benedetto del Tronto dove è cresciuto e dove tornerà dopo cinque buoni anni in nerazzurro ma noi lo prendiamo dalla Triestina, dove l’anno precedente ha segnato otto gol nella serie cadetta.
A Bergamo ne farà solo quattro (e uno in Coppa Italia) ma darà un buon contributo alla promozione, come un buon contributo, anche se inferiore, darà l’attaccante Secchi, un milanese preso dalla Roma.
Secchi è grande e grosso, ha segnato molto nell’Udinese fino a due anni prima, ha fatto male a Roma ma in Serie B pare che possa fare la differenza; non sarà così, farà cinque gol in campionato e tre in Coppa Italia e l’anno successivo sarà ceduto alla Triestina.
Terzo acquisto in ordine di rendimento è quello che avrebbe dovuto essere il più importante, il centrocampista Chiumento dal Padova, l’allenatore Adamek non lo “vede” proprio, gioca quattro partite segnando pure un gol (del pareggio con il Brescia nella partita giocata a Bergamo).

Giuseppe Secchi acquisto dalla Roma 8 gol in 1 stagione

Importante è pure il ritorno dal prestito alla Pro Vercelli del vercellese Pensotti, un centrocampista da combattimento che corre molto, gioca titolare e fa pure quattro gol in campionato e uno in Coppa Italia.
La squadra per la Serie B è una corazzata, quasi fuori categoria, esordiranno anche i giovani del vivaio, Veneri, Pizzi e soprattutto Pizzaballa (il suo ultimo campionato sarà il 78/79, giocherà quindi venti anni).
Passiamo tre turni di Coppa Italia con relativa facilità, battendo prima due squadre di Serie C, Biellese e Aquila, poi addirittura la Spal che gioca in Serie A, saremo eliminati dal Torino agli ottavi.

Sergio Pensotti acquisto dalla Pro Vercelli 5 gol in 3 stagioni

In campionato non sarà inizialmente una passeggiata, ci consideriamo (e forse siamo) troppo forti per la categoria ma così perdiamo dei punti in modo assurdo, anche la società non è governata in modo chiaro dalla struttura commissariale.
Ci sono dirigenti che vanno a parlare nei bar anche se in realtà contano zero o quasi, l’allenatore Adamek non ascolta nessuno (giustamente), vuole arrivare alla promozione attraverso il gioco, il casino è notevole, si raggiunge l’assurdo nella trasferta di Venezia il 23 novembre 1958, sul bus qualcuno libera un serpente (innocuo) per “fare uno scherzo”, diverse le reazioni, l’autore della bella idea non è noto ma è probabilmente uno dei “dirigenti” che fanno parte del consiglio, sempre uno di quelli che vanno a parlare nei bar ai tifosi.
A Venezia perdiamo pure la partita, a questo punto Turani che, anche se non ufficialmente, è sempre il presidente perde la pazienza e riaffida il tutto a Tentorio che chiede a sua volta di avere tutti i poteri cioè di spazzare via tutti i commissari, delegati e compagnia bella.
Il presidente Turani lo accontenta, comanda Tentorio, con tre soli collaboratori, Leidi, Pezzotta e Terzi, la fiducia all’allenatore Adamek è confermatissima, a sua volta l’allenatore riconferma la fiducia al giovane Marchesi considerato da alcuni dirigenti troppo tecnico per la Serie B.
Alla fine vinciamo il campionato e torniamo in Serie A.