Atalanta-Sportclub Wacker 1-1
Romano Buschi 22′

Stadio Brumana
29 dicembre 1929
E’ il nostro primo campionato della storia a girone unico, Serie A e Serie B sono finalmente diventate come oggi le conosciamo, noi siamo in cadetteria a metà classifica.
Tra l’undicesima giornata e la dodicesima c’è la sosta natalizia, più o meno come ora, abbiamo battuto il Bari al Brumana il 22 dicembre con una doppietta del solito Giacomo Cornolti.
Il campionato riprenderà solo il 5 gennaio quando ospiteremo ancora a Bergamo il Venezia, la stagione non è esaltante quindi la società pensa bene di offrire agli atalantini un’amichevole di alto livello invitando al Brumana gli austriaci dello Sportclub Wacker.

Gli austriaci sono all’epoca una delle migliori scuole calcistiche europee, la nazionale in maglia bianca è ai vertici delle classifiche continentali anche se in effetti oltre alle amichevoli con le altre nazionali l’unico confronto è la Coppa Internazionale, un torneo tra Austria Italia Cecoslovacchia e Ungheria con partite di andata e ritorno.
Tolta l’Inghilterra che non si degna di partecipare ritenendosi troppo superiore (e all’epoca è ancora probabilmente vero) le quattro nazionali fondatrici sono rappresentano il meglio del calcio europeo (l’Italia sarà campione del mondo nel 1934 e 1938 battendo in finale prima la Cecoslovacchia e poi l’Ungheria).
In realtà il Wacker è una squadra di medio-basso livello della massima serie austriaca ma per noi, squadra della media Serie B italiana, è un evento straordinario.
Il Wacker poi si fa spesso invitare in Italia per delle amichevoli, negli ultimi sei mesi del 1929 sono già venuti a giocare con la Cremonese, la Pro Vercelli e addirittura la Gallaratese, basta pagargli l’ingaggio e loro vengono.

Abbiamo pure le cifre, il Wacker per venire a fare l’amichevole ha preso sedicimila lire dalla Cremonese, dodicimila lire dalla Pro Vercelli e “solo” ottomila lire dalla Gallaratese, noi ci assestiamo a mezza strada, paghiamo diecimila lire di ingaggio ma ne varrà la pena.
Gli esperti della Gazzetta dello Sport giudicano il gioco degli austriaci elegante accademico e preciso, tutte cose oggi abbastanza scontate ma non all’epoca, specie per chi doveva sorbirsi la Serie B, teniamo pure presente quali potessero essere negli anni trenta i palloni, le scarpe e pure i terreni di gioco.
Per l’occasione tutti devono pagare il biglietto non vale alcun tipo di tessera omaggio nè di socio Atalanta nè per le autorità, unici a entrare gratis sono i giornalisti, numerosi visto l’evento.

Lo spettacolo promesso non manca, la partita è bella da vedere (anche perché manca la cattiveria del campionato e le squadre sono abbastanza libere di giocare) con la tipica enfasi di quasi cento anni fa l’incontro viene definito con una varietà di aggettivi che vanno dall’entusiasmante al superbo al molto cavalleresco.
Finisce in parità, segna il nostro centravanti Buschi (che era stato l’autore del primo gol nel nuovo stadio l’anno prima) e pareggia il centravanti Horvath che è comunque uno degli attaccanti della nazionale austriaca, non proprio uno sconosciuto.
Dopo la partita l’Atalanta offre agli illustri ospiti un “sontuoso rinfresco” presso il ristorante Baldassare per concludere degnamente la “splendida giornata sportiva”.

Purtroppo la settimana successiva torna il campionato, perderemo in casa con il Venezia e la stampa locale tristemente annoterà che “dopo aver ammirato la partita con gli austriaci ripenseremo con malinconico disappunto a certe turbinose e turbolente partite di campionato nelle quali si gioca a chi gioca peggio. E tutto per la disputa di due punti valevoli per la classifica”
Dovevano esser davvero spettacoli tristi, si ipotizza addirittura che “il calcio dovrebbe esser sempre come quello giocato tra Atalanta e Wacker dove non è la cattiveria che impera ma la lealtà, non è la zuffa ma lo schema nitido di gioco che delizia gli spettatori” un calcio fatto di amichevoli insomma.