Giorgio Veneri

Nasce a Mantova e cresce nel loro settore giovanile anche se non esordisce mai in prima squadra, a 19 anni arriva a Bergamo nell’estate del 1958, esordisce in maglia nerazzurra proprio nell’ultima partita casalinga, la vittoria con lo Zenit Modena che certifica il nostro ritorno in Serie A.
Esordisce in Serie A a Bologna alla penultima giornata del campionato successivo, 59/60, siamo ormai salvi e facciamo giocare diversi giovani perdendo male, 5-0.
Veneri rimane nella nostra rosa per diverse stagioni, tutte concluse positivamente con la salvezza, gioca sempre poche partite anche perchè i cambi non esistono ancora, o si parte titolari o nulla, lui sarebbe stato preziosa pedina per i cambi per tenere un risultato.

Il suo trionfo è però nella partita più importante che gioca, la finale di Coppa Italia contro il Torino, ci manca il bomber Da Costa e l’allenatore Tabanelli tenta una mossa rischiosa, sposta più avanti Nielsen e al suo posto mette Veneri con il compito di seguire come un’ombra lo spagnolo Peirò, giocatore chiave dei granata.

La mossa riesce alla perfezione, Veneri annulla lo spagnolo e Nielsen può correre ovunque aiutando davanti e dietro, è una bella rivincita per il giovane mantovano spesso criticato quando viene impiegato.
Veneri nelle sue pochissime presenze, 48 in tutto ma solo 30 in campionato, riesce anche a segnare due gol, purtroppo inutili in quanto realizzati in due sconfitte esterne, uno contro la Juventus nel 3-2 del 60/61 e uno a Catania in una brutta sconfitta, 4-1 del 64/65.
La sua ultima presenza in maglia atalantina è il 30 aprile 1967, ancora una sconfitta a Bologna, 2-1.
Giocatore sfortunato ma che ha dato un prezioso contributo, d’altra parte se così non fosse stato non sarebbe certo stato mantenuto in rosa per un decennio.

Veneri nella storica foto a colori con la Coppa Italia, è in piedi tra Nielsen e il segretario Pezzotta

Lascia l’Atalanta nell’estate 1967 e va a vincere la Serie C a Como, anche in questo caso giocando pochissimo, quattro presenze, anche questa volta mettendo comunque il segno con un gol.
Da giocatore sempre fedele a una sola maglia diventa allenatore che gira moltissime squadre, tutte a livello di terza serie, fa anche qualche partita sulla panchina della Sampdoria in Serie A nel 98/99 ma solo perchè deve affiancare Platt che è senza patentino.

Veneri è anche naturalmente nel gagliardetto celebrativo, in altro a destra.

Diventa poi allenatore della nazionale di Serie C per un decennio, dal 2002 al 2012 quando si ritira definitivamente.
Ora sono purtroppo rimasti in vita solo quattro giocatori della rosa che ha vinto la Coppa Italia, Domenghini, Mereghetti, Pesenti e Pizzaballa.
Grazie di tutto Giorgio Veneri.

Rimane in nerazzurro nove stagioni ma gioca pochissimo, 48 presenze, però ogni anno viene confermato su richiesta dei vari allenatori che lo conoscono come ottimo marcatore di centrocampo.
Nella partita più importante, la finale di Coppa Italia del 2 giugno 1963 con il Torino, viene messo in campo per marcare lo spagnolo Peirò e lo annulla.

Giorgio Veneri nato a Mantova il 10 settembre 1939 e morto a Crema il 8 novembre 2023, 48 presenze e 2 gol con l’Atalanta.