1948/1949: il dottor Benvenuto medico ultras

Acquisti

CecconiLazio
Dalmonte Juventus
FuscoRoma
GremeseUdinese
NordhalDegerfors
OttinoUdinese
PersicoSebinia
PiccardiRoma

Cessioni

CagnoniCrema
CattaneoCasale
ManenteJuventus
Mosca Pistoiese
SaccavinoSanremese
SalviPro Palazzolo
SchiaviBrescia
ScudelerValdagno
TabanelliFine carriera
TodeschiniLazio
Carlo Piccardi
acquisto dal Milan
1 gol in 2 stagioni

L’estate del 1948 inizia con una paradossale conferenza stampa dell’allenatore Fiorentini, siamo reduci, da uno stratosferico quinto posto ottenuto giocando con il “metodo” uno dei due schermi conosciuti all’epoca, l’altro è il “sistema” e il nostro mister annuncia di voler appunto passare al secondo modulo.
E’ difficile far comprendere oggi la violenza della battaglia scatenatasi in tutti gli anni quaranta, anche durante una guerra mondiale vera e propria, tra metodisti e sistemisti.
Ne abbiamo già parlato, molto brevemente il “sistema” potrebbe essere descritto oggi con un 3-2-2-3, molto possesso di palla in un’epoca in cui è normale dare un bel calcione al pallone per buttarlo avanti, potrebbe esser l’antenato del tiki-taka.
Il “metodo” invece è più un gioco all’italiana, adottato infatti dalla nazionale di Pozzo, volendo un 2-3-2-3 ma praticamente spesso un 5-4-1 con due ali veloci, difesa e contropiede.
Tra questi due metodi le discussioni tra giornali ma anche semplici tifosi sono davvero veementi come se adottare uno o l’altra facesse una differenza enorme, in realtà come sempre il valore dei giocatori è fondamentale.
Tuttavia tra esser “metodisti” o “sistemisti” passa quasi una guerra di religione, tanto che l’allenatore di una provinciale arrivata quinta convoca appunto una conferenza stampa a fine campionato solo per annunciare il passaggio dal metodo al sistema.
La conferenza ha anche punte di comicità quando il mister dice testualmente che “con il sistema noi perderemo una, due, tre, quattro, cinque, sei partite ma poi gradatamente, gradatamente…” al che un giornalista ha gioco facile nell’interrompere “alt a quel punto siamo già in Serie B”.

La questione è talmente importante che pure il Corriere dello Sport, che non segue moltissimo l’Atalanta, ci fa un lungo articolo, all’epoca il modulo di gioco sembra cambiare il mondo.

La conferenza stampa è molto animata ma è niente rispetto al dibattito che si scatena in città, addirittura il medico sociale, il mitico dottor Benvenuto (che ricoprirà tale carica per più di venti anni, farà in tempo ad esser il mio medico di famiglia a fine anni sessanta) scrive una lettera aperta ai due quotidiani cittadini nella quale chiede la convocazione di un’assemblea dei soci per “discutere e deliberare sul programma sportivo e sul preventivo finanziario”; insomma chiede un’assemblea dei soci perchè l’allenatore ha annunciato di voler cambiare metodo di gioco e perchè in città corrono le solite “preoccupanti voci della vendita di giocatori di primo piano, la speranza è che siano solo voci altrimenti il fatto costituirebbe un insulto al pubblico che ha sempre seguito fedelmente la squadra”.

Flavio Cecconi
acquisto dalla Lazio
4 gol in 1 stagione

Pare di leggere un attuale manifesto ultras invece siamo nel 1948 ed è il medico sociale che scrive ai giornali.
Il presidente Turani smentisce subito tutte le voci e annuncia che l’assemblea dei soci sta per esser convocata ma precisa che “le facoltà dispositive del consiglio direttivo e del presidente non possono esser esercitate dall’assemblea” insomma che sulla campagna acquisti decide lui (e al massimo il consiglio direttivo) visto che le trattative sono spesso improvvise e comunque ci vuole segretezza.
La stampa locale commenta che si fida ma che la tifoseria si agita perchè sulla Gazzetta si legge di Manente alla Juventus, Miglioli all’Inter, che partiranno anche Casari, Mari e Todeschini, pare anche questa una descrizione attuale con i social al posto della stampa, nè più nè meno, sono passati più di settanta anni ma si è imparato poco.

A inizio agosto ci sono le Olimpiadi di Londra, la squadra di calcio italiana per regolamento dovrebbe esser composta da dilettanti universitari, in realtà sono tutti giovani ma giocatori di Serie A, sono convocati i nostri Casari e Mari.
Per tornare brevemente al discorso metodo/sistema c’è da rilevare che l’Italia, dopo averne fatti facilmente nove agli Stati Uniti viene eliminata dalla Danimarca, tutta la stampa italiana accusa il C.T. Pozzo di aver chiamato giocatori che di solito giocano il “metodo” ma di aver schierato la squadra con il “sistema” con il risultato che la partita esce spettacolare, ne facciamo tre agli scandinavi ma ne prendiamo cinque.
Sempre per rilevare che in realtà contano i giocatori la Danimarca è piena zeppa di futuri campioni che verranno a fare la differenza in Italia, i due Hansen (uno sarà nostro) John e Karl, Praest, Ploeger, Pilmark e Jensen.
A fine agosto c’è la famosa assemblea dei soci, è presente pure l’allenatore Fiorentini che conferma la sua intenzione di giocare con il “sistema”, viene lanciata la nuova campagna soci, mille lire soci ordinari e diecimila soci sostenitori, c’è anche uno slogan “Farsi soci è l’unico modo per dimostrare il proprio attaccamento ai colori nerazzurri”.
Si inizia anche ad ufficializzare le operazioni di mercato, alcune cessioni sono realmente necessarie per motivi di bilancio, Manente va veramente alla Juventus in cambio di Dalmonte (un difensore, farà tre buone stagioni in nerazzurro) e di un bel conguaglio.

Antonio Dalmonte
acquisto dalla Juventus
4 stagioni

Todeschini va alla Lazio in cambio di Cecconi, un trequartista bravo ma lento che rimane un solo anno prima di tornare ai biancocelesti; lascia l’Atalanta dopo tredici anni Schiavi, 256 partite con la nostra maglia, aveva esordito nel 1935, viene lasciato libero per riconoscenza e va al Brescia.
Un altro nome storico, Salvi, va a terminare la carriera a Palazzolo sull’Oglio, se ne vanno due giovani, Cattaneo al Casale e Scudeler al Valdagno ma le uscite finiscono qui, il vero “nome” ceduto è Manente, non c’è stata la temuta vendita di massa.
Anche perché naturalmente ci sono pure gli acquisti, il più importante in realtà sarà a gennaio, oltre ai già citati Dalmonte e Cecconi arriva dall’Udinese il mediano Gremese cioè il sostituto di Schiavi, farà molto bene ma l’anno successivo verrà ceduto a prezzo simbolico al Torino che deve ricostruire la squadra dopo la tragedia di Superga, buono è anche l’acquisto del terzino Piccardi dal Milan, farà due stagioni da difensore grintoso e deciso prima di chiudere la carriera, è un toscano pelato che in campo si fa sentire.
Arriva il portiere Persico (di Città Alta) dal Sebinia Lovere, farà solo due partite e non proprio esemplari poi andrà alla Sambenedettese e farà una buona carriera tra Serie B e Serie C, a fine carriera diverrà un ottimo allenatore dei portieri, proprio a San Benedetto del Tronto crescerà Tacconi e Zenga.
Arrivano pure il difensore Fusco dalla Roma, farà una sola stagione per poi andare nelle categorie minori, e l’attaccante Ottino dal Venezia.
Uscite minori il portiere Mosca alla Pistoiese in terza serie, Saccavino torna dal Piombino per esser subito dirottato in un altro prestito alla Sanremese, il giovane bergamasco Cagnoni al Crema.
Dalle giovanili arriva una notevole infornata, Cadè (Giancarlo, diverrà trenta anni dopo nostro allenatore) Papini, Medolago, Personeni, Drago e la stella Caprioli che segnerà pure al proprio esordio il suo unico gol stagionale.
Questi ragazzi nell’estate 1949 vinceranno lo scudetto con la squadra Ragazzi nella quale il centravanti sarà il piccolo ma imprendibile Galimberti, il padre di Claudio.
A fine agosto inizia la preparazione, i tempi sono molto ristretti a causa del poco tempo tra le due stagioni, la prima uscita in amichevole a Monza non è indimenticabile, pareggiamo 1-1, una settimana dopo a Como perdiamo addirittura 2-1, stiamo cercando di assimilare il “sistema”, giochiamo come al rallentatore, abbiamo una squadra di “metodisti” che cercano di imparare il modulo opposto.
Queste prime esibizioni ovviamente rinfocolano, se possibile, il già infiammato dibattito in città, in mancanza dei social le discussioni hanno come base il Caffè Anselmo, il Nazionale e l’Excelsior; il primo locale è rimasto in essere fino a una ventina di anni fa ed è tuttora ricordato come il centro del tifo atalantino in città, almeno fino alla nascita del tifo ultras, il Nazionale con una serie di cambi di denominazione esiste tuttora, l’Excelsior era a fianco della chiesa di San Bartolomeo, in diagonale rispetto all’inizio di Via Tasso.
Il 15 settembre, solo quattro giorni prima dell’esordio in campionato a Novara, c’è l’ultima partitella in famiglia allo stadio e i presenti superano addirittura quota tremila, nell’ultima intervista a mister Fiorentini viene una volta di più affrontato il tema del passaggio dal metodo al sistema, l’allenatore sostiene di esser in qualche modo costretto dall’evoluzione dei tempi a cambiare, alla fine la stampa locale si rassegna “Fiorentini vuol fare il sistemista ? Lo faccia e giudicheremo dai risultati”.
Il campionato ha un andamento altalenante, a inizio novembre viene annunciato un “grosso colpo” di mercato, in effetti è semplicemente un terzino uruguaiano che gioca in Colombia che viene provato in allenamento.
Si chiama Vito Vega, nella partitella di allenamento gioca su Fabbri, ci sono ancora tremila spettatori che assistono nella speranza di trovare un utile rinforzo, pare che la prova sia andata bene ma il giorno dopo la società comunica che “non è adatto”, niente uruguaiano.
I tesseramenti sono aperti durante tutto il campionato, è un bene perchè pare evidente che non riusciamo ad adattarci al sistema, perdiamo molto e si cercano sempre rinforzi per la difesa, a inizio gennaio finisce l’andata e la terminiamo penultimi, (retrocedono in due), nel bilancio di metà campionato il presidente Turani ammette errori durante il mercato estivo ma si dice disposto a rimediare.
Il mercato è aperto ma è difficile far muovere giocatori utili durante il campionato, si punta alla Scandinavia, addirittura dalla Svezia si tratta per i due fratelli Nordahl, attaccante e difensore.
Dopo un mese però l’attaccante sceglie di andare al Milan e la polemica a Bergamo diventa se possibile ancora più rovente, l’allenatore ha addirittura uno scambio di lettere pubbliche con il delegato bergamasco del Coni, Mayer, tutta la città viene a conoscenza di ogni dettaglio sulle questioni interne atalantine.
La lettera è lunghissima, tre colonne di giornale, dove Fiorentini ribatte punto per punto alle accuse di Mayer sulla cessione di alcuni giocatori, Manente, Schiavi e Todeschini, praticamente si fa capire che le esigenze sono state societarie.
Incredibilmente si prosegue nello scambio di accuse, sono almeno tre per parte le lettere pubblicate finchè la società si fa sentire e Fiorentini la smette, il presidente Turani si prende la propria parte di critiche per non avere preso Gunnar Nordahl (è tuttora il miglior marcatore della storia del Milan) per 15 milioni, cifra che abbiamo già speso per giocatori inferiori, non si tiene però conto che è stato lo svedese a scegliere i rossoneri.

Bertil Nordahl
acquisto dal Degerfors
3 stagioni

Arriva però il fratello Bertil, ottimo difensore, abbastanza anziano, 32 anni, con molto senso della posizione e molta calma in campo, a volte pure troppa.
L’annuncio ufficiale è del 31 gennaio 1949, il giorno successivo alla sconfitta di Modena, lo svedese arriva il 2 febbraio, alla partenza è salutato all’aeroporto di Stoccolma da numerosi giornalisti (alle sette del mattino), il difensore è una star in patria.

Il viaggio è lungo, atterraggio a Zurigo, in treno fino a Chiasso e da lì finalmente a Bergamo con l’auto del presidente.
Dopo quattordici ore di viaggio la stampa può il giorno dopo raccontare che Nordahl “ha preso un thè al Nazionale alle 21.30”, ovviamente non è pronto per giocare, debutta in amichevole allo stadio con la Pro Palazzolo facendo ottima impressione e in campionato il 13 febbraio contro la Lazio.
Mancano quattro mesi al termine del campionato, salterà l’allenatore Fiorentini sostituito da Carcano che ci condurrà a una sofferta salvezza vincendo le ultime tre partite consecutive.