Triestina-Atalanta 0-1 (0-0)

Alfredo Mion 53′

Il gol di Mion

Trieste
Stadio Grezar
16 giugno 1957
34a Serie A 56/57

Cinquantenario con il brivido.
E’ la salvezza forse più epica della nostra storia conquistata vincendo in sostanza uno spareggio in trasferta: nella seconda metà degli anni cinquanta i tempi gloriosi dei bomber scandinavi sono finiti, è arrivato un grande difensore, lo svedese Bengt Gustavsson che rimarrà per cinque anni con noi scendendo in Serie B ma diventando in questo periodo pure vicecampione del mondo perdendo la finale solo davanti ad un giovanissimo Pelè.

Siamo in prima pagina sulla Gazzetta

Abbiamo fatto tre vittorie consecutive per rimediare a una situazione che pareva ormai compromessa ma non bastano, la classifica a parte il Palermo già retrocesso, ci vede a pari punti con la Triestina, dietro c’è il Genoa a un punto che ospita il tranquillo Napoli mentre nell’ultima di campionato è in programma proprio Triestina-Atalanta.

La giornata è caldissima, siamo oltre i trenta gradi, caldissimo è ovviamente anche l’ambiente a Valmaura ma l’arbitraggio dell’austriaco Priebl è preciso: sì, arbitra uno straniero (anche se in questo caso non è lontanissimo da casa) è consuetudine affidare a fischietti non italiani le partite più importanti come garanzia d’imparzialità, forse non un’idea del tutto sbagliata.

Siamo in copertina de “Il calcio illustrato”

Il primo tempo scorre senza particolari occasioni, incidono l’importanza della partita e soprattutto il grande caldo, nell’intervallo si diffonde la falsa voce che il Genoa sta perdendo cosa che salverebbe entrambe le squadre in campo, teniamo presente che non ci sono trasmissioni radio, tantomeno i cellulari, i risultati al volo si possono sapere solo telefonando da stadio a stadio.

Si festeggia al fischio finale, Gustavsson (con il numero 5) e Annovazzi in primo piano poi il portiere Boccardi e il sig.Terzi (il segretario dell’Atalanta)

I dirigenti atalantini rimasti a Bergamo sono riuniti in sede fingendo di guardare l’atletica al pomeriggio sportivo in televisione in attesa di una telefonata da Trieste.
Inizia la ripresa e, dopo otto minuti, ecco il gol decisivo, lo segna ovviamente l’uomo del destino, Mion, su un traversone di Longoni il nostro attaccante controlla male ma il difensore non riesce a rinviare, la palla rimane lì e questa volta in girata l’emigrante veneto non sbaglia per lo 0-1.

La “sguaiata” esultanza di due eleganti “ultras” del 1957, in due sul “Guzzino” in Via Tasso, chissà se questi ragazzi oggi (speriamo) pluriottantenni ci leggono

A Valmaura ci sono tanti atalantini (circa un migliaio, si sono fatti dieci ore di pulmann solo per l’andata) che esplodono, a questo punto siamo sicuramente salvi ma bisogna resistere, la Triestina si butta in avanti e dobbiamo chiuderci ma siamo ancora noi ad andare vicinissimi al raddoppio con Annovazzi, salvataggio in extremis sulla linea.

Sempre i due scatenati ultras in prima pagina…

L’assedio a questo punto è disperato, c’è una mischia lacoontica nella nostra area senza danni e poi l’attaccante Petris spara alto sulla nostra traversa da due passi, il finale è davvero convulso, prima sprechiamo noi in contropiede e poi ancora i giuliani sprecano da pochi passi, finisce con Mion in possesso di palla quasi simbolicamente, siamo salvi e la Triestina retrocede poiché nel frattempo il Genoa ha vinto.
Grande festa in mezzo al campo e in tribuna stampa dove Corbani esulta a voce alta nel generale silenzio e poi si presenta negli spogliatoi a raccogliere le dichiarazioni dei nerazzurri esausti ma felici, primo tra tutti mister Rigotti, triestino ed ex giocatore dei giuliani, che con quattro vittorie consecutive ci ha portato alla salvezza.

Possiamo immaginare la tristezza per la “valorosa Triestina”…

A Bergamo, dove i dirigenti sono riuniti in sede ad aspettare notizie o telefonate da Trieste, ormai quasi mezz’ora dopo il termine della partita arriva prima la radio che trasmette i risultati finali (Tutto il calcio minuto per minuto non esiste ancora, mancano due anni) e possono partire i festeggiamenti.
La dirigenza va nell’ufficio del sindaco per un brindisi mentre in centro festeggiano i comuni tifosi, certo in modo molto composto, siamo nel 1957, ragazzi in giacca e cravatta in scooter con una bandiera, altri tre ragazzi in maglia atalantina che trascinano per scommessa (persa) una carretta con sopra altri tre tifosi sfottenti, tanti brindisi e bevute nei bar e nelle trattorie.

La scommessa più divertente, peraltro definita di dubbio gusto dalla stampa locale, si ha quando un tifoso deve mangiarsi (letteralmente) una grossa foto di Mion al cui riguardo non aveva probabilmente espresso grande fiducia.
In tutto questo fervore la squadra si ferma a mangiare a Trieste celebrando una salvezza che sembrava davvero impossibile solo un mese prima e il tutto nell’anno del cinquantenario, tanti auguri Atalanta !

Alfredo Mion
sei gol nella Serie A 56/57