Atalanta-Milan 1-0
Magrin 83′
Stadio Comunale
28 aprile 1985
27a Serie A 84/85
Magrin tira la bomba e festeggia il bandierone.
Mancano ormai quattro partite al termine e la domenica precedente ci siamo finalmente sbloccati battendo in casa il diretto concorrente Como con un gol di Pacione, non vincevamo da cinque mesi e mezzo, certo abbiamo pareggiato molto e la fondamentale vittoria con i lariani ci ha portati a più quattro su Ascoli e Avellino terzultimi a pari merito mentre Lazio e Cremonese staccatissimi sono già in Serie B.
Per la seconda partita casalinga consecutiva ospitiamo il Milan che cerca di rimanere in zona UEFA (davanti, si giocano lo scudetto Verona e Toro, campionato anomalo e ultimo con il sorteggio arbitrale totale) abbiamo la possibilità di giocare con relativa tranquillità, anche se in settimana nell’ultima partita del girone di Mitropa Cup abbiamo fatto una non bellissima figura in casa con una sconosciuta squadra ungherese pareggiando solo nel finale.
Mister Sonetti l’ha presa malissimo e la squadra è carica come una molla, davanti a quarantaduemila spettatori partiamo a razzo e i milanesi non toccano terra (e palla), al quarto d’ora il risultato è ancora a reti bianche solo perché Terraneo ha fatto due miracoli su bordate di Vella e Stromberg si è mangiato un gol di testa.
La giornata è di sole ma c’è un forte vento che falsa le traiettorie, quasi allo scadere del primo tempo una punizione laterale di Magrin semina il panico in area rossonera, mischia paurosa ma la palla non entra e si va al riposo sullo 0-0, il nostro portiere Piotti comincia a pensare di doversi portare qualcosa da leggere per la ripresa visto quanto è stato chiamato al lavoro.
Si riprende, Piotti ci ha ripensato e non si è portato il giornale anche perché con il vento che c’è sarebbe impossibile leggerlo, anche la partita ne risente, abbiamo corso tanto e non riusciamo più a creare come nel primo tempo, i rossoneri continuano coerentemente a non disturbare la nostra difesa, e insomma sembra che debba finire con un pari, tanti elogi e una salvezza comunque quasi certa.
A otto minuti dalla fine Vella si procura invece una punizione dal limite e lo specialista Magrin lascia di sasso Terraneo infilando l’incrocio sotto una Nord che esplode come tutto il resto dello stadio; generale sbertucciamento del settore milanista che, non contento del punto che sta rubacchiando, si è anche permesso di lanciare il “Serie B” proprio alcuni secondi prima del gol esibendo geniale tempismo.
Il Milan finisce pure in dieci per l’espulsione di Galli per seconda ammonizione presa cercando di fermare lo sgusciante Donadoni (messo subito in campo per tenere palla) e finisce pure la partita con i due punti della salvezza pressoché matematica, manca un punto da fare in tre partite.
La Nord in festa celebra con il nuovo bandierone copri curva, primo della nostra storia e primo in Italia senza scritta alcuna, sembra una precisazione superflua ma tutte le altre tifoserie che hanno bandieroni simili sono dovute ricorrere ad aziende o sponsor di maglia per le spese e quindi fa notizia il nostro tutto nerazzurro bello pulito, siamo ancora nella prima versione lunga ma che non copre i parterre in altezza.
La particolarità della giornata è anche nel fatto che sono in corso ben tre giorni consecutivi di sciopero nazionale dei giornalisti televisivi e della carta stampata e quindi domenica muta e cieca, niente “Tutto il calcio minuto per minuto” niente “90’ minuto” niente Domenica Sprint e Sportiva insomma niente filmati, solo gli scarni risultati.
Per leggere qualcosa bisogna aspettare il mercoledì quando finalmente tornano a uscire i giornali, rimarrà questa la nostra vittoria più “nascosta” ma per i presenti il ricordo di quella palla che si infila in quell’angolino è assolutamente indeebile, è la mia prima vittoria casalinga con il Milan, d’altra parte non battevamo i rossoneri a Bergamo dal 1961, ci sono voluti ventiquattro anni e la bomba di Marino il canterino.