Atalanta-Perugia 5-2
Pacione 1′
Magrin 22′
Pacione 25′
Pacione 60′
Magrin 66′
Stadio Comunale
13 maggio 1984
34a Serie B 83/84
Tris, cinquina e tombola finale.
La serie positiva record è finita a Palermo due domeniche prima e la squadra ha subito reagito, come liberata, travolgendo il Monza con un secco 3-0 e ora, seconda partita casalinga consecutiva, arriva il Perugia anch’essa, come i brianzoli, squadra di metà classifica.
Noi siamo invece al terzo posto dopo Como e Cremonese e con quattro punti di vantaggio sul Lecce prima inseguitrice, diciamo che la serie record ci ha forse portato anche qualche pari di troppo, utili per proseguire l’imbattibilità, ma che ci hanno un poco rallentato.
La sconfitta di Palermo è stata subito cancellata dalla vittoria con il Monza ma con il Perugia l’occasione è ghiottissima per allungare definitivamente e provare anche a vincere il campionato: la squadra sembra saperlo perfettamente e dopo un solo minuto siamo già avanti, corner a mezz’altezza dello specialista Magrin, Pacione devia splendidamente e la palla s’insacca sul secondo palo con un pallonetto.
Palla al centro e subito pareggiano gli ospiti anche loro su corner, 1-1 dopo due minuti, si ricomincia da capo ma nel giro di sette minuti richiudiamo la partita, prima è Pacione ad arrivare davanti al portiere tutto solo, il bomber abruzzese questa volta si fa ribattere il tiro, arriva Fattori che colpisce un difensore, arriva Magrin da posizione molto più difficile e arriva anche il gol del vantaggio con un bellissimo diagonale al volo, 2-1.
Questa volta, imparata la lezione, insistiamo in avanti e su un’azione simile arriva il terzo, cross, il portiere esce di pugno, ancora Marino il canterino al volo, respinge sulla linea un difensore riprende ancora Magrin e il suo tiro è deviato in porta da Pacione che evita l’intervento del portiere e di due difensori arretrati sulla linea di porta.
Sono passati ventidue minuti del primo tempo e siamo 3-1, qualcuno in tribuna ha perso il conto (il tabellone elettronico è ancora lontano da venire) ma l’Atalanta in campo non ha ancora perso la voglia di attaccare, è Fattori ad andare vicino al quarto gol prima e dopo l’intervallo poi esce sostituito a mezz’ora dal termine da Donadoni.
Il cisanese impiega meno di cinque minuti per farsi vedere, pescato da un millimetrico lancio di Soldà, pennella un cross perfetto per la testa di Pacione che svetta letteralmente incrociando da destra a sinistra sul palo opposto correndo poi sotto una ribollente Nord a esultare per la tripletta.
Ormai la partita è finita ma il punteggio cambia ancora, Vella si procura un rigore, tutti urlano il nome di Agostinelli (il biondo centrocampista idolo della tifoseria, fondamentale per la squadra, è assolutamente negato per il gol e la festa sarebbe completa).
Dalla panchina però Mister Sonetti ordina che si proceda come al solito, ci pensa lo specialista Magrin, che è anche in lotta per la classifica cannonieri, e arriva la manita.
Si prosegue tra torelli e olè, si ascolta la radio per sapere del Lecce che ospita il fanalino di coda Catanzaro, arriva il secondo gol perugino nel finale tra la generale indifferenza e arriva anche la fine, non prima dell’ovazione per Pacione uscito qualche minuto prima per Mutti.
Negli spogliatoi si conserva ancora un po’ di cautela ma il clamoroso successo, abbinato all’ancora più clamoroso pareggio casalingo del Lecce che porta il nostro vantaggio a cinque punti con quattro partite da giocare, avvicina la Serie A di moltissimo, tanto che si pensa addirittura di conquistare la matematica la domenica successiva a Trieste.
In effetti, pur vincendo, dovremo aspettare ancora la partita con il Varese per festeggiare ma tutto questo servirà solo per aumentare la serie delle vittorie (dopo la sconfitta di Palermo vinciamo cinque delle ultime sei partite perdendo solo a Campobasso a promozione matematica conseguita).
Serve soprattutto per vincere anche il campionato davanti alle due damigelle d’onore Como e Cremonese tanto che l’anno dopo con cinque lombarde nella massima serie si parlerà di Lega Lombarda, curiosamente in contemporanea con la nascita dell’omonimo partito.