1950/1951: da Hansen a…Hansen
Abbiamo fatto benissimo nel campionato appena terminato e, come ovvio, scatta la caccia ai nostri migliori giocatori, i primi indiziati sono i due danesi che han fatto 35 gol in due.
La squadra più ricca d’Italia, la Juventus cioè, vuole entrambi, atterra a Orio al Serio l’aereo personale di Gianni Agnelli per incontrare il presidente Turani nella nostra sede di Via XX Settembre, i due presidenti con i rispettivi general manager trattano a lungo, alla fine si decide di cedere il solo Hansen e di tenere Soerensen, comincia la battaglia sulle cifre finchè Agnelli all’ennesimo rilancio perde la pazienza e vuole una risposta definitiva, prendere o lasciare.
Alla fine noi prendiamo ma è un bel prendere, settanta milioni (e due giocatori, Scaramuzzi e Mariani) per un giocatore pagato undici, piange il cuore perdere un fuoriclasse ma la plusvalenza è clamorosa anche se all’epoca non esiste il concetto di plusvalenza, semplicemente con tutti quei soldi ci facciamo il mercato e chiudiamo tutti i buchi del bilancio annuale perennemente in perdita.
L’altra cessione pesante è quella di Casari al Napoli, prendiamo la clamorosa (per un portiere) cifra di quarantotto milioni, Casari ne prende cinque.
Escono poi tre giovani, Cadè al Catania, Personeni alla Cremonese e Caprioli alla Gallaratese, in questo caso è un vero peccato, il giovane “Totì” era la stella della squadra Ragazzi campione d’Italia, la Lazio il giorno stesso della finale di andata a Roma aveva offerto cinque milioni per un ragazzo con cinque presenze in Serie A ma noi avevamo rifiutato, purtroppo Caprioli non tiene fede alle aspettative, più che altro per motivi caratteriali, farà la propria carriera tra Serie C e Serie D.
Ora però bisogna comprare, soprattutto c’è la missione impossibile di sostituire Hansen, purtroppo non si può clonare però si cerca di andare più vicini possibile, per sostituire Hansen acquistato dall’Odense si acquista Hansen dall’Odense, la spiegazione è che si prende un omonimo dalla stessa squadra, il nuovo si chiama Svend e non Karl, non è un fuoriclasse (non è nemmeno biondo anche se nella figurina viene rappresentato biondissimo) come il predecessore ma nemmeno il bidone che viene giudicato essere all’inizio, pesa il paragone ma mica è colpa sua, comunque è anche lui un centrocampista, magari meno offensivo, ma ne farà comunque undici.
Dal Fanfulla arriva il bomber Goldaniga, bomber in Serie B l’anno precedente in effetti perché soffre tantissimo il salto di categoria, gioca solo dieci partite e non segna proprio, rimarrà anche la stagione successiva giocando poco di più ma perlomeno segnando due gol; tornerà poi in Serie B al Genoa ma ormai il suo momento d’oro è passato, è il nonno dell’attuale giocatore del Como che però fa il difensore.
Nell’affare Hansen dalla Juventus arrivano in prestito il giovane Scaramuzzi, un centrocampista che giocherà una dozzina di partite con un gol prima di tornare l’anno successivo ai bianconeri e l’attaccante Mariani che sarà un titolare ma con soli tre gol, andrà poi all’Udinese e pure in nazionale.
Dal Padova arriva pure l’attaccante Checchetti, pagato non poco sarà però una delusione, quattro gol in diciassette partite, l’anno successivo verrà ceduto in Serie C, certo al suo posto arriverà il centravanti della Svezia.
Arrivano pure due giovani, torna dal prestito alla Marzoli Palazzolo il portiere Cattaneo, sarà il secondo di Albani e giocherà pure abbastanza, e arriva il diciottenne attaccante Conca dalla Melegnanese, giocherà due partite, l’anno successivo cinque segnando addirittura un gol per poi andare a fare la propria carriera in Serie D, una sola partita per il centrocampista Cortelezzi dalla Gallaratese che poi farà due stagioni al Torino.
Esce l’attaccante Busnelli, tenico ma non fisico, va al Fanfulla in Serie B, Cadè (Giancarlo, il futuro allenatore) va un anno in prestito a Catania per giocare, lascia l’Atalanta dopo cinque ottime stagioni (divise in due parti) il piccolo e veloce Fabbri va al Brescia in Serie B.
Dopo tre ottime stagioni lascia Bergamo anche Randon, andrà a Catania dove farà due altrettante ottime stagioni cadette prima di diventare una bandiera del Bologna, il roccioso ricambio di centrocampo Fusco va all’Avellino in quarta serie.
La rosa è indebolita rispetto alla precedente stagione e infatti ci salveremo soffrendo un pò, salterà l’allenatore Varglien sostituito dall’inglese Neville che nel finale di campionato si inventerà l’esordiente difensore della squadra Ragazzi, un certo Titta Rota, attaccante con cinque gol in cinque partite.