27 ottobre 2020, la Champions League a due passi dal Baretto

Potremmo celebrare in tanti modi la prima volta, in 113 anni di storia, della massima competizione continentale a casa nostra (inutile dire che purtroppo dovremo vedercela proprio a casa nostra per motivi sanitari, lo sappiamo tutti).
Potremmo raccontare le “prime volte” in ciascuna competizione internazionale a Bergamo, ok facciamolo:
13 Maggio 1962 Atalanta-Mtk Budapest 0-0 Mitropa Cup
4 Settembre 1963 Atalanta-Sporting Lisbona 2-0 Coppa delle Coppe
2 Giugno 1972 Atalanta-Sunderland 3-2 Torneo Anglo-Italiano
13 Settembre 1989 Atalanta-Spartak Mosca 0-0 Coppa Uefa
due pareggi e due vittorie, non abbiamo considerato tornei minori come Intertoto e coppe varie anni sessanta, manca naturalmente l’Europa League e, ancora per pochissimo, la Champions.
Esaurita la parte strettamente storico-statistica possiamo invece celebrare l’evento con un abbinamento tra la competizione calcistica più ricca d’Europa (e forse del mondo) e il Baretto.
Abbinamento che può apparire sicuramente bizzarro ma che vedo invece come un simbolico ma dovuto riconoscimento per questo ormai storico covo di seguaci della Dea, gestito da una famiglia atalantina Doc che con tanti sacrifici e tanto lavoro porta avanti un punto di ritrovo per noi nerazzurri in mezzo a mille difficoltà ma pure punto di riferimento per tutto il quartiere tutta la settimana con tanti clienti affezionati a edicola e bar.
Naturalmente le difficoltà attuali sono comuni a tutti i bar e locali ma il Baretto ha dovuto nel passato superare anche altri tipi di difficoltà che tutti ricordiamo ma che hanno almeno prodotto l’effetto di avvicinare tante persone che hanno ritenuto di esprimere una doverosa solidarietà, io sono tra queste.
Vediamo di ricostruire, per quanto possibile, la storia di quel piccolo angolo di fronte alla Sud, negli anni trenta in quell’angolo c’è un bel prato come nelle in tutta l’area ora adibita a (nuovo) parcheggio.

Anni trenta c’è un prato dentro e un prato fuori lo stadio

Durante la guerra, forse presagendo un certo clima da battaglia proprio in quell’angolo è stato costruito un rifugio per bombardamenti che in città fortunatamente non sono in realtà avvenuti, “solo” qualche mitragliamento isolato e, purtroppo, la tragedia della Dalmine nel luglio 1944.

L’entrata del rifugio antiaereo più o meno coincide con l’odierna entrata del Baretto

Arriviamo negli anni sessanta, nella seguente foto la Curva Sud esiste già, siamo quindi dopo il 1958 ma non ancora la Nord (di sicuro non il pezzo fatto per ultimo nel 1972) siamo quindi presumibilmente prima del 1963 quando nacque la storica curva.
L’angolo del Baretto pur se nascosto dalla villetta tuttora presente appare ancora sgombro di costruzioni, ancora prato e qualche auto parcheggiata in lontananza.

Fine anni cinquanta inizio sessanta

Negli anni settanta per personale ricordo l’edicola c’è sicuramente (prima di entrare in gradinata per Atalanta-Novara 3-0 del settembre 1976 ci presi degli Alan Ford) non ancora probabilmente il bar.
Negli anni ottanta nasce sicuramente il bar abbiamo la prova in una foto di metà anni ottanta riferita a Atalanta-Samb 4-2 del giugno 1984.

Davanti all’attuale entrata del Baretto c’è un piccolo spazio con ombrelloni e molto verde

Verso la fine degli anni ottanta il Baretto passa all’attuale gestione e vive tutte le vicende atalantine, anni belli e meno belli, anche meno meno belli ma sempre con la stessa atalantinità di adesso.
Abbiamo una foto di uno dei tanti momenti…concitati vissuti dal Baretto per il solo fatto di essere dov’è, è il marzo 1993, un post Atalanta-Inter, ne approfittiamo per osservare che è già abbastanza simile all’odierna versione.

Un momento concitato, quante birre ?

Passiamo al 2009, sono ospiti a Bergamo i giocatori dell’Aquila Rugby (sappiamo tutti il motivo) e il loro pulmann viene scortato da un corteo di moto, ne approfittiamo per dare un’occhiata al Baretto di dieci anni fa.

Siamo ormai praticamente all’attuale versione

E arriviamo al 2015, la surreale chiusura che tanta solidarietà ha portato.

Il 27 ottobre 2020 la Champions League, l’Europa calcistica al massimo livello, sbarcherà a due passi dal Baretto, al suo interno si sentirà la musichetta che tanto esalta, è il giusto premio per un piccolo grande storico locale e per chi ogni giorno, in mezzo a difficoltà di ogni tipo, cerca di portarne avanti la storia con il proprio lavoro e il proprio spirito di iniziativa.
Ricordiamoci di loro anche e specialmente in questi momenti difficili per tutti e aiutiamoli, per quanto possiamo, con la nostra presenza negli orari consentiti (anche se, lo sappiamo, non sono orari canonici da aperitivo) anche solo per un caffè, ve ne saranno grati.